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Finitòria

28 Set

Recensione “Finitòria”, di Ezio Tarantino

 

Titolo: Finitòria

Autore: Ezio Tarantino
Editore: Nulla Die

Genere: Romanzo
Pagine: 187
Prezzo: € 18,00
ISBN: 978-88-97364-29-0

TRAMA

Finitòria è un romanzo che ruota attorno a un omicidio, ma di certo non è un romanzo giallo. È un viaggio nel pregiudizio e nelle apparenze. Ezio Tarantino prende in prestito i magnifici paesaggi della Sicilia per ambientarvi una storia che parla di convenzioni sociali, di piccole e grandi scelte che segnano per sempre il cammino degli uomini. Senza fronzoli e disincanto, ci mostra due mondi fronteggiarsi e combattersi in una lotta senza esclusione di colpi: mafia e omosessualità. Senza né vinti né vincitori, mietendo vittime da entrambi i lati della barricata, con un’unica certezza: l’impossibilità di coesistere l’uno accanto all’altro.  Fino all’ultima pagina il lettore rimarrà con il dubbio su chi abbia ucciso Nicola Barraco, ma ormai non gli interesserà più. Perché nel frattempo avrà scoperto che una sola parola può cambiare la vita, e la morte, di chiunque.  

PERSONAGGI

Gli avvocati Pietro Cassisa e Salvatore Margiotta sono i protagonisti principali di questo romanzo. Giovane rampante il primo, anziano il secondo, compiono scelte che avvicinano l’uno e allontanano l’altro dal terzo protagonista, il Padrino Ruggero Sanvitale. La psicologia dei due avvocati non è particolarmente approfondita, poiché abbiamo libero accesso alle loro elucubrazioni mentali e alle loro digressioni, ma non alle motivazioni che li spingono. Tuttavia le loro azioni riescono a compensare questo aspetto, secondo il detto che un fatto conta più di mille parole. Per quanto riguarda Sanvitale, invece, il suo mondo mentale ci è precluso. Questo è da ritenersi, tuttavia, un plusvalore del personaggio, poiché egli si muove, parla e agisce come il mafioso presente nella mente di ognuno di noi, senza mai cadere nel cliché. Al contrario: ogni  apparizione di Sanvitale alza la tensione della narrazione, destando l’attenzione del lettore.

Sullo sfondo si muovono interessanti personaggi secondari, tratteggiati ma non approfonditi: la moglie e i figli di Sanvitale, la moglie di Salvatore Margiotta e Teresa, compagna di Cassisa per un breve periodo di vita. A questo personaggio viene dedicato anche un intero capitolo, avvincente anche se apparentemente scollato dalla narrazione principale.

STILE E FORMA

Lo stile di Tarantino è abbastanza aulico e non troppo scorrevole. Inizialmente si fatica a entrare nella musicalità del suo modo di scrivere, ma una volta entrati nel mondo lento e descrittivo dell’autore si arriva a prenderci perfino gusto.

La storia è narrata in terza persona, anche se abbiamo libero accesso solo alla mente di alcuni personaggi. Questa scelta è rischiosa e  spiazza il lettore, poiché in alcuni tratti si ha l’impressione di avere a che fare con una prima persona, per poi virare in maniera troppo repentina nel mondo interiore di un secondo personaggio.

Nel testo sono disseminate numerose d eufoniche.

GIUDIZIO

Finitòria è nel complesso un buon romanzo, ben congegnato e costruito sapientemente, che ripaga il lettore del costo sostenuto per il testo con copertina morbida di un esordiente.

Punto di forza: viene mostrato il retaggio culturale mafioso che persiste nell’immaginario collettivo, senza cadere nello stereotipo ma anzi aggiungendo nuove e moderne chiavi di lettura.

Punto  debole: lo stile dell’autore, il quale insiste molto sulle descrizioni di luoghi mentali oltre che fisici.

Consigliato a chi, come me, apprezza le digressioni sui significati che albergano dietro i singoli gesti.

Recensito da: Greta Cerretti

 
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Pubblicato da su settembre 28, 2011 in Recensioni

 

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